giovedì 24 luglio 2008

Ognuno ha il lodo che si merita: a Londra quello Mosley. L'orgia nazista è un fatto privato

Distogliamo lo sguardo per un attimo dalle vergogne italiane, per ridere un po delle vergogne inglesi... Anche oltre Manica deve vigere una sorta di intoccabilità dei potenti, se l'Alta Corte londinese dà ragione al presidente Fia: "Violata la sua privacy": "News of the World" dovrà pagare 60mila sterline di danni.
(tanto vale la dignità di quest'uomo davanti al mondo intero...)

"Le attività sessuali non convenzionali coinvolgevano adulti consenzienti" ha stabilito l'Alta Corte di Londra nella sentenza, precisando che il festino non mirava a riprodurre atmosfere naziste, né costituiva un’offesa alle vittime dell'Olocausto.

Vorrei che gli imparruccati ci fornissero qualche esempio di cosa per loro costituisce offesa alle vittime dell'Olocausto...

Personalmente non guardo più gare di F1... poco male, farsi una dormitina pomeridiana non vale il prezzo di assistere al circo gestito da un vecchio nazista pervertito che si fa frustare da prostitute ed abusa di squillo vestite da prigioniere di un lager!

mercoledì 23 luglio 2008

Il vero volto di Bossi

"Berlusconi su molte cose ha ragione, ma a volte sbaglia i toni. Quando si arrabbia, esagera, e si fa prendere un po' la mano. (...) Ma è anche vero che adesso, nelle condizioni in cui si trova il paese, bisogna essere più calmi, ragionare a freddo per il bene dei cittadini. (...) Ogni stagione politica richiede un atteggiamento. Mica puoi fare sempre casino." (30-06-08 La Repubblica)
Meno di un mese dopo, sulle parole dell'Inno Nazionale, si esprime da vero statista:
Ve lo immaginate, con la faccia da Super Macho che si ritrova oggi, ad urlare:
"la Lega ce l'ha duro" ?!?!

Bossi oggi è la carta vincente nella pratica di Santificazione di Woitjla: passarono solo 11 giorni tra gli scatenati attacchi alla Chiesa e l'ictus che lo colpì nell'inverno del 2004! Successivamente inconsapevoli medici dichiararono “Umberto Bossi migliora: ora è cosciente, in grado di muovere finalisticamente gli arti di destra, di rispondere ad ordini anche complessi, e di riconoscere i familiari” (in effetti ha commentato l'Inno Nazionale con la zampa destra)

martedì 22 luglio 2008

La leggenda metropolitana dei Cinesi che non muoiono mai

Era parecchio che non la sentivo, ma un taxista di Firenze ha inaspettatamente sfoderato l'evergreen: il mito dei Cinesi che non muoiono mai!
E per avvalorare la tesi, cita galileianamente l'inconfutabile esperienza:
" 'un ho ma' visto 'n funerale di scinesi "

Poi, come prevede la leggenda, si scaturiscono le supposizioni. C’è chi pensa che i corpi dei morti vengano sciolti nell’acido, chi teme di averli già mangiati e digeriti in un involtino primavera e chi invece crede di aver scoperto nuove cosche mafiose, scambi di documenti e chissà quali altri giri di malavita.

Ad avvalorare la leggenda, anche un autorevole articolo de "La Padania" del 25 settembre 2002, nel quale il capogruppo del consiglio comunale sollecitava Prefettura e Questura a tenere sotto controllo le nascite e i morti della comunità di Chinatown.

Pare che la storia sia partita da Parigi:
Marie Holzman, scrittrice e sinologa, nel suo libro Asia a Parigi (1985) si domandò ironicamente se i cinesi non avessero raggiunto l’immortalità perché cresciuti a riso e ginseng, e sostenne l’ipotesi del passaggio di documenti dei deceduti per l’ingresso illegale di altri connazionali. Le autorità parigine presero sul serio la signora Holzman e aprirono un’inchiesta. Il risultato diede torto alla studiosa: il tasso di mortalità cinese a Parigi risultò così basso perché il 71% della popolazione immigrata nella città era sotto i 35 anni e solo il 3% raggiungeva i 65 anni.

Ma ormai la diffusione della leggenda era inarrestabile!
Lunga vita ai cinesi!

martedì 1 luglio 2008

Dalla polvere di Trainspotting alla polvere del deserto!

La vita cinematografica di Ewan McGregor è segnata dalla polvere: da quella metaforica del degrado morale e sociale di Trainspotting, a quella extraterrestre di Star Wars, per arrivare finalmente a quella africana di Black Hawk Down.
E una volta vista l'Africa, si sa, ci si vuole tornare!

Date un'occhiata all'impresa che ha fatto con un amico:
24000 chilometri in sella ad una BMW

Hanno fatto solo un errore: ad un bivio, dalle parti del Botswana, hanno sbagliato strada ed anzichè andare a sinistra, e passare in Mozambico, sono andati a destra!